Regione Piemonte (Apre il link in una nuova scheda) Città metropolitana di Torino (Apre il link in una nuova scheda)

Descrizione

La prima indicazione di una località di Pianezza chiamata San Bernardo compare nel catasto comunale redatto negli anni 1554-1560. In questa regione diciassette proprietari registrano i loro terreni coltivati intensamente a vite; esistono anche proprietà dell’ospedale di Sant’Antonio di Ranverso, di una confraternita di Pianezza, di quella di Baratonia e delle monache di Brione. L’esistenza della chiesetta è ricordata solo un secolo dopo, nel 1660, nella relazione della visita pastorale, come una costruzione aperta sulla facciata protetta da un rastello, cioè un cancello di legno a barre verticali. Proprio in quell'occasione, lo stato fatiscente della cappella obbligò l’arcivescovo ad interdire l’edificio al culto.
L’indicazione della regione con il nome di un santo rimanda ad una consuetudine molto antica ed alla possibile esistenza di un antecedente edificio di culto, magari legato alla presenza di servi coltivatori dell’adiacente Cortassa, azienda agricola forse del castello vescovile o di qualche monastero.
La costruzione della chiesetta, come si poteva desumere dalla tessitura muraria, dal sistema costruttivo e dalle dimensioni, potrebbe essere collocata all'incirca nella seconda metà del '400, in forme non dissimili dalla cappella di San Sebastiano, della parte più antica della Madonna della Stella e di altre cappelle antiche del territorio circostante. Fu certamente restaurata, se cinquant’anni dopo, nell’accordo che chiuse la lunga lite tra comune e parroco sull’unione delle due parrocchie, si stabilì che nella cappella fosse celebrata la festa solenne di San Bernardo e San Grato.
I pilastri angolari, la facciata, la volta ed il porticato antistante, l’affresco della Madonna col Bambino e i due santi sopra l’altare, furono gli interventi più notevoli, promossi dai due rettori, che ogni anno si eleggevano tra i proprietari delle vigne circostanti. Alla chiesetta era diretta la processione delle rogazioni per invocare la prosperità delle campagne.
Nel 1841 venne riscontrato un nuovo degrado: in occasione dei conseguenti interventi di ripristino ed abbellimento, fu previsto l’inserimento di tre rilievi in terracotta, opera di Giovanni Calvetti, raffiguranti “L’Annunciazione” e “La Fuga in Egitto”, posti al centro e sui lati dell’altare in sostituzione dell’affresco. Un’iscrizione avrebbe ricordato il rimedio che debello la crittogama (fungo parassita di aspetto simile a polvere grigiastra che attacca le foglie e gli acini della vite) che aveva devastato i vigneti dal 1850 al 1857.
Si continuò a celebrare fino all’ultimo conflitto mondiale, poi l’abbandono accelerò la fine di una struttura troppe volte rabberciata. Scoperchiato il tetto, caddero la volta e la facciata ed i muri si ridussero a ruderi pericolanti.
Constatata l’impossibilità di un recupero, gli Alpini si sono assunti l’onere di una ricostruzione che conservasse la memoria dell’antico edificio, il 25 marzo 2000 hanno gettato le fondameta per la nuova ed attuale chiesetta. All’interno troviamo una serie di pitture murali con scene bucoliche dell’artista pianezzese Guglielmo Meltzeid e dell'artista Lia Laterza.

Indirizzo e punti di contatto

Nome Descrizione
Indirizzo Via dei Pasturanti

Mappa

Indirizzo: Via S. Bernardo, 60, 10044 Pianezza TO, Italia
Coordinate: 45°6'44,6''N 7°33'8,9''E Indicazioni stradali (Apre il link in una nuova scheda)

Modalità di accesso

Accesso libero con rampa di scale

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